Ecco la dimostrazione di come un libro pubblicato per la prima volta nel 1973 possa essere attualissimo, infatti, anche se la società di riferimento è quello delle attuali ultrasessantenni, il rapporto col femminino è rimasto invariato.
“Le donne non conoscono limiti quando si tratta di piegarsi supinamente ai pregiudizi tagliati sul loro conto. Quelli più numerosi e radicati riguardano proprio i rapporti con l’altro sesso, la famiglia, i figli. (…) Secondo la maggior parte di loro, un matrimonio senza figli è destinato all’insuccesso, la maternità è l’unica, vera realizzazione possibile per la donna e mentre il mondo trabocca di madri infelici e frustrate, esse si ostinano a sentirsi fallite, non realizzate nella loro femminilità se non riescono a diventare madri e madri di maschi”.
Siamo sicuri che le bambine scelgano realmente le bambole, il rosa ed i fiorellini? O è quello che la società si aspetta da loro?
E da dove nasce il senso d’inferiorità verso i maschi che le accompagnerà per tutta la vita? E la continua necessità di adeguarsi a modelli richiesti solo per meritarsi un po’ d’amore? In questo libro troverete qualche risposta.
Illuminante.